Storia dell'Ucraina

I Poliani, una tribu slava, fondarono Kyiv intorno al sesto secolo conquistata poco dopo dagli scandinavi con i quali la città divenne capitale di un potente impero che si estendeva dal Mar Baltico al Mar Nero (Rus' di Kyiv). Si trattava di un luogo assi prospero che sucitava le attenzioni di numerosi invasori tra cui quelle del mongolo Baty Khan.

Da allora il territorio venne diviso in diversi principati, le future Russia, Polonia e Lituania; Kyiv manteneva comunque la propria indipendenza eleggendo i membri del tribunale e i governanti in virtù del diritto del Magdeburgo la cui validità durò sino al 1834.

L'indipendenza ucraina deve molto ai Cosacchi, popolo di avventurieri in grado di difendere i propri confini e di combattere fermamente per la libertà con una grande capacità di resistenza (facilitati anche dal proprio aspetto fisico); i Cosacchi giocarono un ruolo primario nella lotta contro l'espansionismo dei Polacchi da parte degli Ucraini stringendo peraltro un'alleanza con la Russia che comportò l'annessione dello Stato all'impero russo e la futura cessione della Crimea all'Ucraina.

Nel Settecento, però, la Russia si impossessò dello Stato cosacco annientando i privilegi dei Cosacchi ucraini: nel 1922 la Repubblica socialista sovietica ucraina entrò a far parte dell'URSS.

La seconda guerra mondiale, con l'occupazione nazista, fu causa della decimazione di oltre dieci milioni di abitanti e gli anni del dopoguerra (fino agli anni '50) videro ancora una volta i Russi come protagonisti.

L'indipendenza dell'Ucraina fu proclamata soltanto nel 1991: non fu semplice riprendersi da un periodo di grande crisi (non solo economica ma anche sociale). Leonid Kravcuk fu il primo presidente. L'agitazione politica si fece sentire nel primi anni del ventunesimo secolo durante la Rivoluzione arancione in seguito alla quale l'Ucraina fu più aperta al mondo esterno.